venerdì, Marzo 29, 2024

Gp Bahrain 2023/On board Ferrari Fp2: working range imperfetta sul passo gara

La Ferrari delude, questa l’impressione generale dopo le Fp1. Francamente però, pare ancora troppo presto per trarre conclusioni affrettate e definitive, questo malgrado le cose non siano andate di certo per il verso giusto.

Attraverso gli on board abbiamo notato una certa mancanza di carico al posteriore. Aspetto che ha dato vita a un fastidioso sottosterzo in entrata, reso difficile raggiungere l’apice e creato sovrasterzo in uscita. Come detto, il set-up non è parso ottimale.

Abbassare la vettura, peraltro, non ha aiutato. Tramite questo provvedimento si è manifestato un leggero porpoising. Per di più, tale impostazione aggressiva, ha generato un handling ancor più complicato. Proprio per questa ragione, come riferito in radio dallo spagnolo, la numero 55 ha perso aderenza andando in testacoda nel T2.

Ferrari
Carlos Sainz scende in pista con la sua Ferrari SF-23 durante le Fp1 in Bahrain

La mancanza di grip al retrotreno ha causato un contesto “rear limited”, penalizzante, nel quale l’ultima opera di ingegneria aero-meccanica costruita a Maranello non è riuscita ad esprimersi. Analizzando in dati raccolti durante le prime libere, si tratta di mettere insieme i pezzi ed offrire la miglior versione di se.


Gp Bahrain 2023/Ferrari SF-23: live on board Fp2

Tutto è pronto per l’inizio della sessione. Sarà interessante capire, a margine delle Fp1, la scelta al posteriore per generare carico. L’obbiettivo mira ad ottimizzare il pacchetto ed iniziare a fare sul serio. Cala la notte e le condizioni della pista sono ben differenti: temperatura dell’asfalto 28,5°, quella dell’aria 23.6°. Umidità al 20%, mentre i venti soffiano da sud a 6.1Km/H. 

I motori delle rosse sono accesi. Al via i soliti controlli legati all’affidabilità delle parti. Nessun problema rilevato. I piloti si apprestano a salire a bordo. I ferraristi tornano a calcare l’asfalto bahreinita. Ambedue, per questo primo run, montano un treno di Pirelli a banda rossa.

Temperature più basse sommate all’extra grip della Soft potrebbero fornire dati interessanti in merito al bilanciamento. Espletato l’out lap si passa alla Mode Race e si parte per il tentativo push. Il primissimo giudizio racconta una SF-23 leggermente più a suo agio a centro curva. Si procede ora con un doble cool lap.

Si alzano le rivoluzioni dell’endotermico per il prossimo intento: Engine 4. I piloti vengono informati sul rendimento. Inoltre arrivano alcuni suggerimenti per massimizzare l’handling. Carlos passa dai box ed effettua una prova di partenza alla fine della pit lane. Mentre Charles realizza una breve sosta sulla piazzola del garage per un cambio di carico sviluppabile all’avantreno.

Il secondo passaggio spinto ricalca le impressioni del precedente. Le cose sembrano essere un pelo migliorate. Marcos chiede al monegasco di frenare più tardi in curva 1 e gestire meglio la traiettoria alla 14. Il leggero clipping osservato nelle Fp1 alla fine della retta principale sembra scomparso.

Prima ti tornare ai box si svolge una raccolta dati aero tramite un constant speed, dopo curva 10, in sesta marcia. All’interno del garage scatta un conciliabolo in merito ai riferimenti telemetrici, utile per la prossima sgambata in pista. La configurazione al retrotreno, doppio pilone a cucchiaio meno carica rispetto alla nuova specifica, sembra essere la scelta definitiva per oggi.

Ferrari
Charles Leclerc impegnato con la sua Ferrari SF-23 durante le Fp2 in Bahrain

Carlos abbandona la corsia box. Gomme Soft nuove di trinca per lui. Guida non troppo pulita per l’iberico. Un paio di correzioni in uscita dalla 11 e dalla 14. Nel mentre, stessi pneumatici, anche Charles torna al volante. Decisamente più limpido alla guida. Un solo giro di raffreddamento mescole e si riparte. Sainz, invece, preferisce realizzarne due per poi abortire e rientrare al garage.

Il madrileño scende ancora in pista, scrub soft per lui. Preparato il giro si lancia. Due minuti e il monegasco lo segue. Attraverso la dashboard del volante notiamo una curiosità: le temperature di esercizio relative alle mescole non sono ottimali. Mancano diversi gradi di temperatura considerando che sono impegnati nelle prove high fuel.

Effettuati un paio di giri viene richiesto un leggero tyre saving ai ferraristi, bravi ad amministrare le gomme secondo i propri ingegneri. Sei tornate dopo Carlos chiede di rientrare. Adami acconsente, chiede un balance check e suggerisce di stare attento ai mini bloccaggi in curva 11. Charles chiede come vadano le cose rispetto ai competitor. Gli viene detto che ne parleranno approfonditamente più tardi.

La numero 55 giunge nella piazzola davanti al garage. Si realizza un rapido cambio gomme, stessa mescola (Soft usata), e poi di nuovo la pista. Stesso programma per il monegasco. Per ambedue si chiede un focus più attento alla 10. Le temperature più basse favoriscono l’amministrazione delle coperture e per alcune tornate abbiamo rilevato una leggera “positive deg“.

Arrivano i complimenti su Leclerc per come sta sviluppando la trazione in uscita dalle curve più lente. Ancora sei le tornate a disposizione. Ciò malgrado, gli viene chiesto di gestire meglio il degrado in curva 6 e 7, cercando una spinta propulsiva più delicata.

Marcos si apre in radio. Sostiene che la “traction energy” sta salendo e, di conseguenza, chiede un tyre saving più adeguato. Inoltre chiede un test: scalare una marcia in più in curva 4. Mentre a Carlos viene chiesta maggiore attenzione in percorrenza e uscita di curva 11. Poco dopo termina la sessione.

La congettura finale non può esimersi dal sottolineare le difficoltà riscontrate. Benché rispetto alla mattina le cose siano leggermente migliorate, soprattutto a livello di bilanciamento, i riscontri cronometrici non sono certo all’altezza delle aspettative.

Continua la carenza di carico al retrotreno che di fatto ha inciso negativamente sulle prove high fuel. Senza considerare che le temperature registrate sulle mescole durante gran parte della simulazione passo gara non erano ottimali. Fattore che senza dubbio non aiuta.

Resta da capire come i tecnici italiani cercheranno di risolvere la spinosa questione anche perché, al momento, sostenere che la monoposto modenese abbia una mancanza di grip generale non sembra troppo prudente.


Autore: Arcari Alessandro – @berrageiz 

Immagini: Scuderia Ferrari

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