lunedì, Aprile 29, 2024

Andretti in F1: il fronte dei nemici si rimpolpa

Quella che porta il gruppo Andretti in F1 è una storia che rischia di superare i normali limiti della pazienza. Da quando Michael ha fatto la prima allusione all’impegno del suo gruppo ne è passata tanta di acqua sotto i ponti. Un percorso ad ostacoli che si pensava più liscio quando Mohammed Ben Sulayem, forse contravvenendo alle sue funzioni di direttore di ente super partes, aveva pubblicamente perorato la causa del gruppo americano. 

Proprio questa comunanza di intenti ha messo sul chi vive gli altri soggetti che giocoforza diventano parti in causa. Già prima del bando di concorso federale e della successiva vittoria da parte di Andretti si erano mossi gli eserciti a protezione del modello a dieci squadre. Dopo l’ufficialità le cose non sono mutate, tanto che la ratifica all’ingresso in F1 dell’equipe d’oltreoceano non è arrivata poiché serviranno successive valutazione da parte della FOM con la quale bisogna trovare l’intesa commerciale. Cosa piuttosto difficile.

F1
Stefano Domenicali, Flavio Briatore, Lawrence Stroll e Toto Wolff

F1: top team e Liberty Media osteggiano Andretti

A guidare il carro degli oppositori c’è da sempre il triumvirato composto da tre top team: Mercedes, Red Bull e Ferrari. Se Toto Wolff e Chris Horner sono stati molto espliciti nella loro avversione, meno esposto è risultato Frédéric Vasseur che mediaticamente è parso più attendista anche se, come i due colleghi, crede che il business dei dieci sia perfetto come i lauti dividendi arrivati negli ultimi anni stanno a dimostrare. 

Liberty Media Corporate, il gruppo che detiene il pacchetto azionario della F1, è sulle posizioni dei suddetti sodalizi anche se, visto il ruolo che ricopre e che sarà il protagonista assoluto della trattativa essendo di fatto esse stessa la FOM, pubblicamente non ha mai passato il segno pur sottolineando certe perplessità circa l’operazione. 

Lo scetticismo è comprensibile poiché, durante la pandemia e subito dopo, furono gli americani a creare quel modello che ha permesso alla massima serie dell’automobilismo di chiamarsi fuori dalle sabbie mobili consentendo a squadre come la Williams di superare una crisi di liquidità senza precedenti.

Inutile dirlo: il modello di business impostato da Stefano Domenicali e dal gruppo per il quale svolge le mansioni di CEO della F1, si è dimostrato un argine potentissimo contro la tempesta che imperversava furiosa. Per questa ragione pochi hanno voglia di superarlo introducendo nell’equazione una variabile non totalmente controllabile come è la presenza di un nuovo team. 

F1
Michael e Mario Andretti

F1: Andretti deve lottare anche contro i team di fascia medio-piccola

Finora abbiamo narrato di questa vicenda credendo che le parti summenzionate fossero le uniche a remare contro Andretti ritenendo che i team meno “pesanti” potessero essere dalla parte dei subentranti. Peter Windsor, scafato giornalista inglese, rivela che Haas e Williams sono le principali costruttrici di barricate. È più probabile che siano Gene Haas e Williams, che hanno lottato a lungo e duramente per restare in F1, ad opporsi all’allargamento.

Nel caso della squadra di Grove, il fondo Dorilton ha investito un bel po’ di grana e ora non intende vedere la torta ridursi a causa dell’arrivo di un’altra squadra. “La dimensione della fetta di torta è più importante per quei team nel midfield rispetto alle scuderie di vertice”. Queste le osservazioni del giornalista.

Il modello di business della Formula 1 prevede che se si vuole entrare, non si riducono le fette della torta, ma si acquista una squadra esistente. È quello che vogliono tutti i team esistenti. Sono sicuro che Red Bull sarebbe lieta di vendere AlphaTauri a Michael Andretti per mezzo miliardo di euro o 750 milioni e poi lasciare che Michael faccia quello che vuole”.

In effetti quest’ultimo passaggio è stato confermato qualche settimana fa da Ben Sulayem che non nascose che qualcuno aveva iniziato a far pressione affinché la FIA sponsorizzasse questo tipo di operazione. Il manager emiratino aveva sottolineato che non era nelle prerogative del suo ente muoversi in questo modo rigettando sul nascere una proposta inaccettabile per chi deve scrivere le regole del gioco. 

Andretti, in passato, ha provato a battere questo sentiero quando tentò la scalata alla Sauber che poi ha preferito tirarsi fuori dalla trattativa per legarsi ad Audi mantenendo parte del controllo del team. Dopo quel portone sbattuto in faccia Michael ha deciso di proseguire a modo suo spendendo il capitale per definire il suo progetto e non per accontentarsi di ciò che avrebbe acquistato. 

F1
Williams FW45

Ragionando in maniera razionale, Andretti potrebbe vincere la sua partita trovando un accordo con la FOM che comporti una compensazione economica per i team che coprirà le eventuali perdite che le scuderie avranno con una spartizione tra undici soggetti. Tutto riporta al nuovo Patto della Concordia che sostituirà quello che scade alla fine del 2025. Per tale motivo è possibile che l’ingresso slitterà al 2026 quando vigerà una nuova clausola anti diluizione.

Nel frattempo Andretti avrà – particolare di non secondaria importanza – il tempo per cercare un partner motoristico visto che il preaccordo con Alpine è scaduto qualche mese fa e che le contrattazioni, per ammissione di Bruno Famin, sono attualmente bloccate. La sensazione è che Andretti – F1 è un ragù che si cuoce a fuoco lento piuttosto che una frittura rapida. La metafora culinaria rende l’idea… 


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Williams, Andretti

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