lunedì, Ottobre 14, 2024

Mercedes: la ricostruzione psicologica di Toto Wolff

Ricompattarsi per ripartire. Questo è quanto deve accadere in Mercedes che viene da un biennio in cui ha preso parecchie legnate dovendosi leccare, di conseguenza, parecchie ferite. Quella più grande, non ancora rimarginatasi, è datata 12 dicembre 2021, quando l’ottavo titolo sfuggì in maniera clamorosa e controversa dalle mani di Lewis Hamilton che già pregustava un posto solitario nell’olimpo della F1.

Da quel momento Brackley non ne ha azzeccata una, né sul fronte tecnico né su quello organizzativo. Che la W13 e la W14 siano state macchine scadenti è un fatto arcinoto valutato in altri scritti. Se un team così solido e vincente ha “cannato” due moduli tecnici consecutivi è perché i comparti progettazione non hanno lavorato come si doveva, forse mal coordinati da una figura di polso che è mancata.

Mercedes
George Russell, Toto Wolff e Mike Elliott “studiano” il posteriore della Mercedes W14

L’aspetto che forse preoccupa di più è proprio quello che riporta alla guida tecnica. Dopo l’addio di Mike Elliott, l’uomo debole di cui sopra, James Allison ha preso il comando delle operazioni e l’ha fatto soprattutto per legare reparti di progettazione che si stavano muovendo come schegge impazzite. Un intervento tardivo, è il caso di sottolinearlo, perché compiuto a mondiale in corso e dopo aver accumulato un ritardo clamoroso dalla Red Bull

Negli anni, e questo è stato pagato a prezzo salatissimo, diverse figure chiave di alto livello sono andate via o sono state riallocate. Cosa che a Milton Keynes, l’attuale benchmark della Formula Uno, non s’è verificata. In Red Bull i quadri tecnici sono noti e solidi da anni: Adrian Newey è Chief Technical Officer, Pierre Wache è Technical Director, Paul Monaghan è Chief Engineer e Jonathan Wheatley è Sporting Director.

Le partenze di Rob Marshall (andato in McLaren) e il di Dan Fallows (accasatosi in Aston Martin) non hanno smosso di un millimetro le fondamenta di un’intelaiatura vincente. Mercedes, invece, dal 2020 ha cambiato due volte direttore tecnico, due volte il CTO e ha perso il guru delle power unit, quell’Andy Cowell sostituito da Hywel Thomas. Inoltre, ha detto addio a un pezzo grosso come Aldo Costa e ha dovuto sostituire il direttore delle strategie, James Vowles che bene ha fatto nel primo anno da team principal alla Williams.

Scossoni troppo grossi per essere ammortizzati in un lasso temporale relativamente ristretto. La confusione nelle linee guida della squadra si è riverberata anche sulle cose che riguardano strettamente la pista. Il team, in termini di strategie di gara e di operazioni ai box (pit stop mediamente lenti, ndr), non sta operando al meglio. 

Di certo è al di sotto degli standard cui ci ha abituati negli anni addietro, quando imponeva il passo alla categoria. Ancora, George Russell e Lewis Hamilton, pur non replicando le tensioni emerse nel 2016, si sono “beccati” diverse volte in pista e questa dinamica è più ascrivibile ad difetto d’amministrazione dell’alto che al carattere competitivo e focoso dei due inglesi.

Mercedes
Lewis Hamilton e George Russell (Mercedes AMG) duellano nelle prime fasi del Gran Premio del Giappone 2023

Mercedes deve ricostruire un ambiente di lavoro sano

Quanto evidenziato fino a questo momento ha incontrovertibilmente inciso sulla sfera psicologica: la serenità di un tempo si è sbiadita facendo emergere tensioni ma soprattutto paure. Toto Wolff è chiamato a trovare la quadra lavorando prima sulla testa dei suoi e poi sugli aspetti logistici, tecnici e organizzativi che servono per far funzionare al meglio un sodalizio di F1.

In questo percorso, ricco di ostacoli, che è il ritorno alla piena stabilità operativa quanto può favorevolmente incidere il secondo posto ottenuto nel 2023 battendo per un soffio una Ferrari che si faceva sempre più ingombrante? A parere del manager austriaco, che non ha vissuto un avvicinamento al Natale proprio sereno a causa del Mercedes-gate poi sgonfiatosi di colpo in un incedere sbilenco della FIA, il piazzamento alle spalle della Red Bull può rappresentare una prima iniezione di fiducia per i suoi. 

Assicurarsi la piazza d’onore è stato importante per la squadra perché è un fatto giunto quasi a sorpresa dopo che la W14 non era riuscita a vincere una gara, a differenza della SF-23, in una stagione assai tribolata e nella quale presto si è cominciato a lavorare in chiave 2024. Pur con qualche battuta  d’arresto, la costanza mostrata da Hamilton e Russell ha permesso di ottenere l’obiettivo che, pur con distacchi previsti in misura molto minore, era il target stagionale che in fabbrica si erano dati. 

Quando a Wolff è stato chiesto se finire secondi aumenterà il morale della squadra, si è così espresso: “Questa è un’ottima domanda perché non ha una risposta unidimensionale. Dal punto di vista della mentalità, se me lo avessero chiesto all’inizio della stagione, avrei detto che non è molto importante se finivamo secondi o terzi. Con quest’ultima posizione c’è un vantaggio sportivo visto che hai più tempo in galleria del vento per il prossimo anno“. In virtù del meccanismo ATR, la Mercedes avrà il 75% del monte ore di lavoro totale. Red Bull il 70%, 80% per la Ferrari

Ma arrivare più avanti dà altri tipi di benefici. Uno di questi è quello finanziario. Cosa che consente alla squadra di pagare di più il proprio staff e di renderlo quindi più soddisfatto e motivato. “C’è una componente finanziaria per tutto il nostro personale in termini di bonus. Devo prendermi cura di tutti insieme al mio senior management. E quindi è una componente molto importante, anche se forse dal punto di vista sportivo non è così rilevante”.

Mercedes
Toto Wolff, team principal e azionista Mercedes AMG F1

Parole che confermano che a volte è la sfera immateriale a poter fare la differenza. Servono solide motivazioni come ha dimostrato la stessa Red Bull che, ricevuta penalità per lo sforamento del budget cap 2021, si è compattata come un esercito e ha marciato sulla F1 conquistandola e spazzando via le milizie avversarie. 

Ecco perché l’aver battuto la Ferrari sulla sirena finale ha avuto un gusto particolarmente dolce. “Arrivare secondi nel Campionato del Mondo è stato fantastico. Non mi aspettavo di avere quelle sensazioni. Si vedeva un’iniezione di morale. L’emozione attraversava la squadra: questo era importante“. Su questa positiva ondata emotiva Wolff sta provando a far leva mentre James Allison sta riorganizzando i comparti tecnici. Un lavoro d’insieme che serve a consegnare un team tirato a lucido dopo anni opachi.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team

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