giovedì, Maggio 16, 2024

F1 2024: per battere la Red Bull non basterà una “semplice” auto competitiva

Battere quelli che hanno battuto gli imbattibili. Non è uno scioglilingua, si tratta dell’obiettivo che nove team si sono prefissati in vista della stagione 2024 di F1. Forse stiamo esagerando perché, realisticamente, non sono così tanti sodalizi che hanno la forza di contrastare i super campioni della Red Bull. I primi due nomi che vengono in mente sono quelli della Mercedes (gli imbattibili battuti di cui sopra) e della Ferrari

Il mondiale 2023 ha dimostrato che vi sono due outsider: Aston Martin e McLaren, realtà tecnico-sportive che hanno fatto passi da gigante e che, pur senza agguantare Max Verstappen, hanno offerto modelli che, se ottimizzati, possono rappresentare ciò che serve per avvicinarsi alla vetta. A proposito di paradigmi, quello Red Bull non sembra presentare punti deboli, da qui lo scetticismo di alcuni protagonisti (tra i tanti Lewis Hamilton e Charles Leclerc) sul fatto che si possa ricucire lo strappo già nella prossima annata.

Non è scontato che un team dominante sia perfetto in ogni ambito. Mercedes, per esempio, non si contraddistingueva per puntualità nelle scelte strategiche e nella gestione dei pit stop anche quando imperversava quasi senza avversari. Problematiche che si sono trascinate e che, in un momento di crisi, sembrano essersi acuite. Red Bull, dal canto suo, ha perfezionato ogni dettaglio del suo agire presentandosi come una vera e propria macchina da guerra.  

Red Bull
Pit stop per Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) durante il Gp del Qatar 2023

C’è un elemento che dà la cifra della maniacalità degli uomini di Milton Keynes. Red Bull ha vinto anche il premio riservato alla scuderia che nell’anno si rende protagonista dei migliori pit stop. La sosta più veloce del 2023 è in realtà nelle salde mani della McLaren che, con lo sbalorditivo tempo di 1.8 secondi stabilito in Qatar, è stata la più veloce in assoluto. Ma non la più costante. 

La classifica delle soste ai box viene infatti stilata tenendo presente, gran premio per gran premio, il pit stop più veloce effettuato da ogni team su ognuna delle due macchine. I punteggi assegnati sono uguali a quelli che si danno ai piloti. Dopo 22 gare Red Bull svetta con 543 punti precedendo la Ferrari che tocca quota 468 lunghezze. Terza McLaren con un bottino di 418 punti.

A conferma di quanto presentato in apertura, Mercedes è in difficoltà visto che ottiene solo 100 punti che le valgono il settimo posto finale nella speciale classifica. Se questo dato non sarà migliorato non servirà avere una macchina vicina nelle prestazioni alla Red Bull che, oltre ad essere abile nei pit stop, è la squadra migliore in termini strategici. 


F1: serve la perfezione totale per battere Red Bull


Come si batte un team così strutturato, efficiente e perfettamente sincronizzati in tutti gli aspetti? Non c’è una ricetta magica, la logica impone che bisogna alzare l’asticella e portarsi al medesimo livello di perfezione. Jonathan Wheatley, direttore sportivo della Red Bull, parlando della vittoria del premio organizzato dalla DHL, ha sottolineato che il team primeggia da ben sei anni. Un dettaglio che spiega come la pressione sulla crew sia sempre elevatissima per spingerla a migliorarsi di anno in anno con una concorrenza che non se ne sta con le mani in mano.

Red Bull
Pierre Wachè, Ingegnere Francese della Red Bull

Pierre Waché, direttore tecnico della squadra, ha parlato proprio della pressione che il lavorare per Red Bull produce e quanto sia necessario essere perfetti in ogni ambito per primeggiare nel confronto con veri e propri colossi dell’automobile. Ricordiamo che Milton Keyes lo fa – e lo farà anche di più da orfana di Honda – senza avere alle spalle una multinazionale dell’automotive.

Al nostro livello, non è importante la perfezione, che non si raggiunge mai, ma l’attenzione ai dettagli. Alla Red Bull abbiamo praticamente tutte le risorse e quindi non ci sono scuse se perdiamo. Almeno per quanto riguarda me. Sono un perfezionista. I tecnici sono severi, è così che facciamo la differenza. Nel nostro mestiere, una macchina che è più lenta dell’1% è una brutta monoposto, il che è bizzarro se ci si pensa“. Questo il manifesto programmatico di Waché e del team che vale da monito per i rivali. 

Nell’ottica di rendere tutto più efficiente per tenere la distanza aperta, Waché ammette che bisogna lavorare per dare una macchina più “confortevole” anche a Sergio Perez che ha patito le caratteristiche della RB19: “Una macchina veloce è quella che permette al pilota di dare il massimo. Da questo punto di vista abbiamo fallito perché solo un pilota, Max in questo caso, poteva gestirla bene“.

Vero è che Verstappen ha un talento fuori dalla norma che gli ha permesso di usare bene la monoposto per tutta la stagione e in condizioni diverse, ma in Red Bull c’è ancora qualcuno che ritiene che bisogna aiutare chi è più in difficoltà, specie in un mondiale in cui la concorrenza potrebbe avvicinarsi in virtù della paventata convergenza prestazionale: “Non abbiamo capito bene Checo in termini di ciò di cui ha bisogno per poter sfruttare al meglio il potenziale della RB19“, ha concluso il tecnico francese.

Che il gruppo delle vetture possa ricompattarsi è un fatto che anche Christian Horner contempla. Un elemento che dà un’ulteriore spinta a progredire in quelle aree dove il team è stato leggermente meno dominante. La storia recente fa drizzare le antenne al team principal inglese: “Lo abbiamo visto nel 2020 con la Mercedes, quello è stato il loro anno più dominante di sempre, eppure siamo riusciti a batterli nel 2021. Ci sono cambiamenti piccoli, ma credo che nulla rimanga fermo. Abbiamo visto i team avvicinarsi in diverse piste e sono sicuro che i concetti convergeranno“.

Red Bull
Max Verstappen e Chris Horner, i protagonisti del sesto titolo costruttori della Red Bull

Non credo che saremo in grado di ripetere la stagione che abbiamo avuto, ma speriamo di poter trarre le lezioni dalla RB19 e applicarle alla RB20, per arrivare a una vettura in grado di difendere i due titoli. La McLaren è cresciuta molto, la Ferrari anche, la Mercedes si è fatta vedere a un certo punto”. 

La questione è sempre la stessa: quanto margine avrà nel taschino Adrian Newey? E quanta capacità di rimonta possono ancora mettere in campo i team rivali? Su questi quesiti, ad ora inevasi, si baserà la lunga attesa che ci porta ai test pre-stagionali che si terranno ancora una volta in Bahrain dal 21 al 24 febbraio.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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