La Red Bull RB20 è l’auto da battere. I motori sono spenti in questo fine settimana, momento propizio per realizzare un primo consuntivo sulle performance espresse dai nuovi progetti tecnici realizzati per la stagione 2024. Il verdetto dei primi due round in calendario è al momento inappellabile: Milton Keynes continua a produrre le vetture più veloci. A partire dal Gran Premio di Imola 2022, quando la RB18 iniziò un processo di alleggerimento molto invasivo, il team austriaco e il “cannibale” Max Verstappen non hanno fatto prigionieri.
Con il ritorno delle monoposto ad effetto suolo l’aerodinamica è un’area ancora più nevralgica che in passato, anche in virtù del freeze sui propulsori fissato al termine del mondiale 2025. Un assist che Adrian Newey ha sfruttato in modo geniale, consentendo alla scuderia campione in carica di vincere 40 gare sui 46 disputate, dal 2022 sino allo scorso round in Arabia Saudita. La particolarità dello strapotere Red Bull è che non è stato mai messo in discussione dalla concorrenza per quanto concerne la legalità delle soluzioni adottate.
In sostanza un’ammissione di manifesta inferiorità tecnica che raramente abbiamo visto nel Circus. Un team che avrebbe potuto vivere di rendita grazie al vantaggio che la RB19 nutriva sulla concorrenza. Un po’ come fece la Ferrari nel 2023 quando, utilizzando la F2002, nei primi Gran Premi continuò a vincere prima del debutto (vittorioso) della F2003-GA nella tappa spagnola al Circuit of Catalunya.
Al contrario l’equipe guidata da Newey ha continuato a cercare l’innovazione preservando il vantaggio competitivo nei confronti deli rivali. La presentazione della RB20 è stata uno shock per gli addetti ai lavori. Sin dal principio è parso un progetto talmente estremo da segnare una discontinuità con il modello precedente. Tuttavia l’ultima vettura colorata blue racing ha preservato i punti di forza del modello 2023, implementando soluzioni che consentissero di estremizzare il concetto aerodinamico dell’upper floor.
Red Bull: Il vantaggio competitivo della RB20 non risiede nelle soluzioni più appariscenti
In una recente dichiarazione, il genio di Stratford-upon-Avon ha spiegato che la monoposto 2024 è stata concepita per avere la maggiore versatilità in merito alle tante tipologie di tracciati presenti nel calendario. In relazione alle soluzioni aerodinamiche che hanno generato maggiore curiosità come la diversa architettura del sistema di raffreddamento, l’ingegnere inglese ha dichiarato che le innovazioni più visibili sono state certamente concepite per fornire un vantaggio aerodinamico. Tuttavia altri elementi poco appariscenti che molti non hanno notato sono probabilmente responsabili di un guadagno prestazione maggiore.
Tale affermazione cela intrinsecamente la ragione della superiorità Red Bull. La RB20 non è affatto un progetto che sancisce una discontinuità filosofica rispetto al paradigma sposato nel 2022. Si tratta bensì di una monoposto che non ha rinunciato ai punti di forza dei precedenti modelli e su tali certezze ha costruito gradi di libertà più grandi rispetto per studiare soluzioni non convenzionali. Forse la logica evoluzione della RB19 sarebbe stata sufficiente per battere gli avversari. Tuttavia per le scuderie è fondamentale avere la possibilità di allocare quanto più personale possibile sul progetto 2026.
Probabilmente senza uno step evolutivo di tale portata i rivali avrebbero potuto insidiare il dominio tecnico Red Bull con maggiore facilità nel 2025. Tra 9 mesi la maggior parte dei team cercheranno di minimizzare le risorse che svilupperanno i progetti per l’anno prossimo nel corso della stagione, in quanto la rivoluzione regolamentare targata 2026 potrebbe essere l’opportunità per modificare gli attuali rapporti di forza. In sostanza, la RB20 è stata concepita come investimento per godere di un grande vantaggio nel 2025, potendo dedicarsi maggiormente allo studio del nuovo corpo normativo.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Oracle Red Bull Racing
