martedì, Aprile 30, 2024

F1: Newey certifica il fallimento del budget cap

La F1 è alla continua ricerca spasmodica di intrattenimento. Newey la pensa così. Cosa intendiamo? Beh, un qualcosa tale che possa tenere incollato lo spettatore davanti alla TV per tutta la durata del weekend, gara ovviamente compresa. Negli ultimi anni, con l’arrivo degli americani e quindi di Liberty Media, la situazione è un attimo sfuggita di mano: Sprint Race che allungano di fatto i risultati già ben noti delle gare, sempre meno prove libere e il tanto discusso “Vogliamo rendere interessante ogni sessione” di Stefano Domenicali, dichiarazioni che lasciarono tutti basiti.

Insieme alla FIA, per venire incontro alle esigenze dei team più piccoli o presunti tali, come la McLaren al termine della scorsa decade, quando navigava in brutte acque, si è pensato e infine creato il budget cap, ossia un tetto massimo di spesa per ogni squadra così da livellare quantomeno le risorse disponibili sia essa la Ferrari o la Haas, in modo tale da poter raggruppare il più possibile tutti quanti e fare in modo che anche i piccoli possano competere ad alti livelli.

F1 Newey
Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) a bordo della sua SF-24 – Gp Australia 2024

Risultato? Dal 2013 ad oggi hanno sempre vinto Red Bull, Mercedes e Ferrari, a parte qualche rarissima eccezione come Alpine, Racing Point, AlphaTauri o McLaren, disparate negli anni più per avvenimenti che hanno messo fuori gioco le squadre più forti che per veri meriti sportivi. Il budget cap c’è ormai dal 2021, e anche quest’anno è di 135 milioni di dollari, con un CapEx, ossia un extra concesso a quattro piccoli team (Sauber, Racing Bulls, Williams e Haas) di ben 65 milioni così da poter ridurre il gap con le grandi squadre, ma anche qui, la situazione non sembra essere granché migliorata, e a dire il vero ci sembra un grande controsenso, ma tant’è.


F1|: regole più restrittive che non mescolano le carte

Le regole della F1 sono sempre più restrittive: ogni volta che entra in vigore una nuova normativa nel lato tecnico, gli ingegneri hanno sempre meno margini per inventare cose nuove. Tutto va sempre più a standardizzarsi, e con l’arrivo anche del budget cap si ha molto probabilmente l’effetto opposto a quello sperato.

Ma quale sarebbe l’effetto sperato? Avere macchine tutte simili così da mascherare una sorta di F1 monomarca e quindi contare semplicemente sugli assetti e sulla bravura dei piloti? A dire il vero, pare proprio che queste limitazioni abbiano dato più rogne ai piccoli team piuttosto che ai grandi, perché adesso spendono poco, ma continuano a farlo nella maniera peggiore possibile.

F1 Newey
Albon in pista con la sua Williams FW45

Anzi, ci sono certe squadre come la Williams che avrebbero bisogno di molto più denaro disponibile per migliorare le strutture, e di conseguenza le prestazioni in pista, e invece no, si devono centellinare le risorse a disposizione e privare lo schieramento di una vettura in griglia perché uno dei due piloti ha distrutto il telaio nelle prove libere. Pensate un po’ che gran figura di cacca ha fatto la F1 a Melbourne, se ne è parlato davvero troppo poco.

Dall’altra parte, abbiamo un team storico come l’Alpine che ha sbagliato la macchina, ma per via dei regolamenti così restrittivi, prima di poter migliorare la situazione avrà bisogno di mesi di lavoro, e non è detto che riescano a fare il miracolo stile McLaren lo scorso anno o la Ferrari nel corso dell’inverno. Poca manovra e pochi soldi a disposizione, cioè se tu fallisci con il progetto della vettura sei fottuto, e devi sperare nell’anno prossimo.


Newey: la F1 prova a rimediare ma fa più danni che altro

F1 e FIA hanno fallito sotto l’aspetto del regolamento finanziario, c’è poco da dire, e per cercare di mettere una pezza stanno facendo ancora più danni inserendo Sprint Race, format alla cavolo cappuccio e chi più ne ha, più ne metta, ma tanto alla fine vince sempre Verstappen, e noi poveri stronzi siamo costretti a sorbirci 15/20/25 giri in più di totale dominio. Piuttosto, perché non rimettiamo i test in pista? Magari collettivi? Perché non permettiamo ai team e agli ingegneri di essere un attimo più liberi? Non vogliamo macchine con sei ruote, ma la possibilità di esprimersi al meglio senza il timore di sforare il budget. Ognuno spenda quel che può.

Adrian Newey, genio della Red Bull e della F1 in generale, recentemente è stato molto chiaro sull’argomento parlando con Autosport: ogni regolamento tecnico nuovo porta sempre maggiori restrizioni, e con l’arrivo del budget cap lavorare diventa sempre più complicato. Eppure, il divario tra i grandi team e i piccoli è rimasto sempre lo stesso. Pensateci: dieci anni fa nell’ordine vincevano Mercedes, Red Bull e Ferrari, oggi vincono Red Bull, Ferrari e Mercedes. Cosa è cambiato?

F1 Newey
Adrian Newey – responsabile tecnico di Oracle Red Bull Racing

L’ordine dei tre team, ma la McLaren vince una gara perché Verstappen e Hamilton si prendono alla Prima Variante a Monza; l’AlphaTauri ha vinto per una serie di casini sempre in Brianza; l’Alpine ha vinto perché Hamilton è partito da solo con le intermedie a Budapest e Perez ha vinto con la Racing Point in Bahrain perché Aitken ha sbattuto con la Williams. In due di questi casi eravamo già dentro il budget cap, nel primo anno per la precisione, quando il limite era di 145 milioni.

Dopodiché Newey pensa che il regolamento tecnico tutto nuovo non ha minimamente aiutato la F1, anzi, quest’anno la divisione è ancora più netta, perché abbiamo cinque team che potenzialmente possono andare sempre a punti, mentre gli altri dovranno lottare con forze per accaparrarsi il decimo o nono posto sperando in qualche cappella di Stroll, Perez o Russell. La situazione è più seria del previsto, ma sembra che ai piani alti tutto questo importi relativamente.


Autore: Andrea Bovone

Immagini: Scuderia Ferrari – Williams F1 Team – Oracle Red Bull RacingAdrian Newey

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