Mercedes cerca una spalla per sostenere l’ingaggio di Hamilton

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Mercedes cerca una spalla per sostenere l'ingaggio di Hamilton

Da diversi mesi si fa un gran parlare di cosa potrebbe accadere nel mondo Mercedes nel futuro immediato. Dall’insediamento di Ola Kallenius si sono susseguite voci circa un parziale disimpegno della scuderia dalla Formula Uno. Ciò per una duplice, presunta, ragione: in primis a causa di un amore mai realmente sbocciato per la sfera sportiva da parte del cinquantenne manager svedese; in secondo luogo per via della necessità di ridurre gli investimenti che la Daimler mette in campo in un più vasto programma di taglio delle spese. Anche se, come è stato più volte specificato da fonti vicine agli ambienti di Stoccarda, il progetto F1 della scuderia di Brackely si autofinanzia. Anzi, è addirittura in grado di generare introiti di diverse centinaia di milioni di euro grazie alla spaventosa serie di trionfi inanellati negli ultimi sei anni. Mercedes ha comunque stabilito che una certa austerità finanziaria verrà applicata a partire dall’anno venturo. Anche per questo Toto Wolff sta mediando per ottenere un budget cap più basso rispetto a quello previsto per il 2021 e per il quale la Ferrari spinge fortemente (leggi qua).

Lewis Hamilton
Lewis Hamilton Mercedes AMG F1

Altra questione annosa che investe il mondo della Stella a Tre Punte è quella relativa al rinnovo contrattuale di Lewis Hamilton. Le parti sono estremamente vicine (leggi qua), ma diversi dettagli vanno limati per poter arrivare al topico momento delle firme. Il campione del mondo non guadagna bruscolini: ogni anno il team anglo-tedesco stacca un assegno da ben 40 milioni di euro. Il rinnovo in fase di discussione sarà sicuramente migliorativo in termini economici per l’anglo-caraibico. Come si concilia la necessità di austerity paventata da Kallenius e la volontà di tenere in squadra il plurititolato pilota che non rinuncia ad un solo euro? Apparentemente tali posizioni sono incompatibili ma l’impasse potrebbe essere risolta da un intervento esogeno. Che risponde al nome di Monster Energy.

Lo schema è quello che si è visto in passato in Ferrari, quando il gruppo bancario spagnolo Santander foraggiava le casse di Maranello con la bellezza di 30 milioni di euro che rappresentavano l’intero ingaggio di Fernando Alonso. Nel caso di Hamilton il colosso delle bevande energetiche non verserebbe l’intera somma, ma parteciperebbe aumentando sensibilmente la quota di dieci milioni che ora cede alla Mercedes. L’azienda statunitense è molto attiva nel mondo delle sponsorizzazioni e non avrebbe grosse difficoltà ad impegnarsi ulteriormente. Tra l’altro è stata proprio la Monster ad organizzare lo scambio di casacche tra Hamilton e Valentino Rossi, anch’egli endorser del brand americano. Questa operazione di marketing soddisferebbe la volontà della Mercedes di avere la botte piena e la moglie ubriaca rendendo compatibile la necessità di operare tagli di spesa e il continuare ad avvalersi delle prestazioni sportive del pilota più titolato di sempre dopo Michael Schumacher. Un incastro economico perfetto che andrebbe sicuramente a generare ulteriori utili grazie al movimento commerciale che l’accordo produrrebbe.

Mercedes cerca una spalla per sostenere l'ingaggio di Hamilton
Lewis HamiltonMonster Energy: un matrimonio proficuo

Tutto bene quel che finisce bene? Contrattualmente sì, ma in questa vicenda c’è qualcosa che lascia perplessi in termini etici. “E’ scioccante essere qui, il danaro è re”. Questa è la frase che Hamilton pronunciò in conferenza stampa alla vigilia del Gran Premio d’Australia poi annullato a causa del Coronavirus. Il britannico volle polemicamente sottolineare che la F1 non si fermava nemmeno dinnanzi ad una situazione che può essere considerata, senza esagerare, una catastrofe. L’uscita generò non poche discussioni e soprattutto la risposta piccata di Chase Carey che si sentì tirato in ballo per aver imposto lo stop con un ritardo oggettivamente esagerato. Com’è possibile che un personaggio impegnato in diverse campagne per la salvaguardia della Terra, che si è lanciato nelle iniziative benefiche più disparate e che ha attaccato frontalmente i vertici della disciplina che l’ha reso uno degli sportivi più famosi al mondo possa non cedere di un millimetro sul suo ingaggio? Non è voglia di fare la “morale da tavolino”, soprattutto con gli emolumenti altrui, si evidenzia semplicemente una sorta di incoerenza che, va comunque detto, potrebbe anche essere smentita nel momento in cui si conosceranno le cifre effettive di un matrimonio che potrebbe esser celebrato nelle prossime settimane.

Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: Monster Lewis Hamilton

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