venerdì, Aprile 26, 2024

Mercedes: un riassetto azionario per continuare a vincere

Mercedes ha anticipato i botti di fine anno. In un sol colpo la scuderia che ha monopolizzato l’era turbo-ibrida con quattordici titoli totali ha annunciato il prolungamento del matrimonio con Toto Wolff e ha comunicato un deciso riassetto societario che apre a più di una riflessione su ciò che potrebbe accadere nel medio-lungo periodo. Ma andiamo per gradi e partiamo dal team principal viennese che rinsalda la sua posizione di capitano di vascello acquisendo ulteriore potere in seno al team.

Per mesi abbiamo letto e sentito che l’ex numero uno della Williams era in predicato di mollare le Frecce d’Argento. Chi lo voleva in sella a Liberty Media, chi lo piazzava in Aston Martin facendo riferimento alla salda amicizia con Lawrence Stroll. Chi, ancora, era certo del fatto che Toto ne avesse le scatole piene della Formula Uno programmando, così, un futuro da marito e padre in pantofole. Scenari che non hanno visto la luce – come era tra l’altro facilmente prevedibile – e che sono stati smentiti dalle notizie di ieri. Wolff resta team principal di Mercedes AMG F1 fino al 2023 compreso. Ma non solo. Le sue quote azionarie salgono dal 30 al 33%. Insomma, l’austriaco si prende esattamente 1/3 della squadra accrescendo sensibilmente il suo potere decisionale che già era decisamente elevato. Si chiude, con questo rinnovo d’impegno, una lunga telenovela che aveva fatto riversare, vanamente, fiumi di inchiostro.

Mercedes: un riassetto azionario per continuare a vincere
Toto Wolff e Lewis Hamilton festeggiano il settimo titolo iridato conquistato dal britannico.

Detto di Wolff il cui consolidamento non è da considerarsi una sorpresa se non per chi ha rincorso le chimere dello scoop sensazionalistico, le novità più succulente scaturite dalla giornata di ieri riguardano la rimodulazione azionaria che investe la stessa Mercedes e INEOS, il colosso britannico della chimica che investe massicce quantità di soldi e di risorse nel ciclismo e nella vela. L’azienda fondata da Jim Ratcliffe è da quest’anno uno sponsor molto munifico della scuderia anglo-tedesca, ma evidentemente il suolo di mero supporter commerciale non bastava più ai vertici di Lyndhurst. Ecco che INEOS ha deciso, col placet di Ola Kallenius, ossia il grande tessitore di questa operazione, di entrare in società. E non con una quota marginale, bensì con un poderoso 33%. La stessa quantità di azioni che Daimler mantiene in AMG F1.

Insomma, il pacchetto è stato diviso in tre parti uguali: Wolff, INEOS e Mercedes con gli stessi poteri e la medesima capacità decisionale. L’ingresso del colosso chimico – e siamo su un piano assolutamente congetturale – può essere letto come una volontà di impegno ancor più cospicuo dal 2024. In quella data le azioni di Wolff potrebbero essere sul mercato e INEOS potrebbe fare un ulteriore investimento atto ad accaparrarsi la maggioranza assoluta, con relativo naming, del team. Ipotesi, questa, che per il momento non è contemplata da Dailmler che, nel medio periodo, avrebbe tutta la capacità finanziaria di andare sia da Wolff che da INOES per riprendersi fette di pacchetto azionario e tornare ad essere il dominus legale della scuderia. Ma questi, al momento, altro non sono che fantascenari.  

Mercedes, dunque, fa un parziale passo indietro. Cosa significa questo? E’ voglia di smarcarsi e preparare una exit strategy morbida? Forse la risposta a questo quesito è negativa. Daimlaer AG ha più probabilmente compreso che il team può camminare con le sue gambe da un punto di vista finanziario, tecnico e sportivo. La scuderia nata sulle ceneri della Brawn Gp è ormai un orologio dal perfetto funzionamento. Sette stagioni di dominio incontrastato narrano di una compagine che ha postulato, applicato e negli anni affinato meccanismi che rasentano la perfezione e che permettono alla casa madre di starsene nell’ombra. Tra l’altro, fattore non di secondo conto, la divisione F1 produce utili da ritorno di immagine per un valore di circa un miliardo di euro. Una cifra enorme svelata qualche mese fa dallo stesso Kallenius. In soldoni, Stoccarda non ha bisogno di immettere capitali nelle attività della squadra. Men che meno in era di budget cap. Una situazione “win-win” per le teste d’uovo della Stella.

Mercedes rilancia nonostante tagli alle spese e rinnovi spinosi
Ola Kallenius, CEO Daimler AG

Nell’era nella quale l’immagine conta più di ogni altra cosa, Mercedes mantiene il nome pur non avendo maggioranza assoluta né relativa. Un capolavoro politico e di comunicazione non nuovo al produttore tedesco. Kallenius ne ha ben donde quando afferma che la Mercedes ha un futuro luminoso in Formula Uno. Quell’idea di dispegno che ha affollato le colonne delle testate per mesi viene dunque drasticamente ridimensionata. Ma non del tutto allontanata. E’ evidente che la casa madre di Stoccarda si sia leggermente defilata dal team. Ma non per dire addio alla massima espressione del motorsport. Specie se si considera che le motorizzazioni turbo-ibride, tecnologia nella quale Mercedes è stata apripista, sono lungi dall’essere accantonate.

La tendenza è abbastanza intelligibile: Daimler allenta la presa sul team delegando la gestione all’uomo di fiducia Wolff e ad INOES ma tiene il controllo totale sul reparto motori. Stoccarda, difatti, continuerà a possedere il 100% della sede di Brixworth con annesse maestranze e staff di progettisti. Il settore powertrains, quello che tanto lustro ha dato a Mercedes negli ultimi sette anni, resta pertanto saldamente sotto l’ala della casa madre. Questo significa che i tedeschi intendono mantenere forte il loro impegno come progettisti, produttori e fornitori di power unit. In questa logica si incastra la fornitura alla McLaren che porta a quattro i team equipaggiati con i V6 della Stella a Tre Punte. In questo modo Mercedes può rientrare dai costi di produzione grazie al pagamento delle forniture e mostrarsi al mondo come il produttore di propulsori che stanno sbaragliando la concorrenza di case affermate quali sono Renault, Ferrari e Honda che dirà addio a fine 2021 proprio per non essere mai riuscita concretamente ad insidiare le power unit sfornate dagli stabilimenti di Brixworth.

La politica della Stella a Tre Punte è finalmente chiara e manifesta. E questa sarà per almeno tre anni. Le congetture su eventuali riassetti dovrebbero – si spera – azzerarsi per molti mesi. L’unico fronte che resta ancora aperto è quello del rinnovo di Lewis Hamilton. Ieri la Red Bull ha annunciato che Sergio Perez, meritandolo pienamente dopo una stagione da punto esclamativo, sarà il compagno di Max Verstappen in luogo del giubilato Alex Albon. Questo movimento di mercato, di fatto, fa occupare tutte le caselle del puzzle 2021. All’appello manca solo il sette volte campione del mondo. Inverosimile pensare che oggi 19 dicembre le parti possano dirsi addio. Il fantasma di George Russell pare non aleggiare più sui capannoni di Brackley. La firma sotto al contratto dovrebbe essere una formalità che sarà espletata nei prossimi giorni. Un pacco di natale dentro il quale si cela un solo mistero: la durata della liaison. Scontato il rinnovo per l’anno venturo, bisogna capire cosa accadrà per le stagioni a venire. Hamilton, da racer puro, vorrà sicuramente provare le monoposto della nuova generazione che debutteranno nel 2022. Ecco che il contratto potrebbe essere un biennale. Sul futuro di lungo temine è impossibile pronunciarsi, più probabile che il documento legale preveda qualche clausola di rinnovo in base al verificarsi di determinate condizioni.

Lewis Hamilton nell’abitacolo della sua Mercedes W11

Quel che non dovrebbe essere in discussione è la sfera economica. Hamilton potrebbe percepire una cifra mostruosa. Ma la cosa non è una condizione ostativa. O almeno non dovrebbe esserlo. Lewis è valutato all’interno del team come un uomo che fa la differenza. E’ Wolff che ha fatto intendere questa evidenza un paio di settimane fa quando, rispondendo ad alcune osservazioni, ha sottolineato che le macchine più forti vanno debitamente nelle mani dei piloti più forti. Toto è colui il quale darà il 33% dello stipendio al campione di Stevenage. Viene da sé che l’accordo si farà al di là della questione ingaggio che resta non primaria. Anche perché il matrimonio genera un notevole volume d’affari in termini di immagine.

A proposito di affari. Proprio in queste ore è giunta un’altra importante notizia per il team campione del mondo: lo storico partner commerciale e tecnico, Petronas, ha confermato l’impegno accanto all’equipe anglo-tedesca. Fatto che ha una duplice valenza. In primo luogo, l’esborso economico nei confronti del team continuerà. In seconda battuta – e forse è la cosa che ha maggior importanza – l’azienda petrolchimica malese accetta la sfida lanciata da Liberty Media circa la creazione di carburanti pienamente ecosostenibili nell’arco di due lustri. Altro segnale che il gruppo costituitosi intorno alla Mercedes continuerà a solcare i campi di gara con la consapevolezza di poter lottare ancora a lungo per il vertice.

Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: Mercedes, INEOS

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