giovedì, Aprile 25, 2024

Hamilton e Verstappen si giocano il ruolo di dominus della F1

F1. L’onda lunga dell’incidente che ha coinvolto Lewis Hamilton e Max Verstappen e che ha determinato il ritiro di quest’ultimo è lungi dall’essersi assopita. Nove giorni sono passati dal Gp di Silverstone – e dalla nascita di una nuova rivalità che sta radicalizzando il dibattito tra i tifosi e gli addetti ai lavori della F1 – ma le disamine circa il controverso impatto non smettono di essere prodotte. Una diga spalancata che sta lasciando fluire un fiume di considerazioni talmente diverse tra loro che sembra impossibile trovare un momento di sintesi.

Il discorso ruota tutto intorno all’individuazione di un reo. Per i commissari il responsabile del botto è Hamilton visto che è stato sanzionato con dieci secondi di penalità scontata durante il pit stop. Una pena congrua, supportata da un’ampia giurisprudenza su analoghe circostanze. Nel mondo Mercedes si ritiene che si sia trattato di un concorso di colpa non punibile, in quello Red Bull si sostiene che la penalità comminata al campione del mondo sia blanda. Normale gioco delle parti senza che nessuno dei protagonisti si sforzi di essere obiettivo e ponderato nel giudizio.

Ecco che, per cercare di avere una valutazione neutrale, bisogna rivolgersi a chi non ha interessi di parte. Possibilmente a qualcuno che possegga anche la necessaria esperienza di pilotaggio. E di duelli feroci. L’identikit di questo esperto ci conduce direttamente ad un ex campione del mondo di F1, uno che conosce bene sia Hamilton che Verstappen. Parliamo proprio di lui, del biondo Nico Rosberg che nel 2016 si è tolto lo sfizio di scippare lo scettro del migliore al talento di Stevenage.

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Lewis Hamilton festeggia la vittoria ottenuta a Silverstone 2021

Naturalmente – ha riferito il tedesco a Sky Sports F1 UKsi può dare un po’ più di colpa all’uno o all’altro. Alla fine è una battaglia tra generazioni. Entrambi non lasceranno all’altro nemmeno un centimetro. Lo abbiamo già visto nelle gare precedenti, non è la prima volta che hanno avuto un contatto. Si sono già toccati alla prima curva di Imola e vedremo sicuramente altri episodi: quello della Copse è solo l’inizio di un duello che diventerà ancora più caldo”.

Secondo Rosberg, quindi, in palio non c’è solo il titolo piloti, ma anche il ruolo di dominus della categoria. Il nuovo che vuole scalzare il vecchio che resiste con gli artigli: “Ripeto il concetto che ho usato altre volte: questa è una battaglia generazionale. È lo scontro tra il migliore della scorsa epoca – e forse anche di quella attuale – e il migliore della prossima generazione. È una contrapposizione che ricorda molto il dualismo Senna – Schumacher. O Schumacher – Alonso e forse Alonso – Vettel”.

Naturalmente, quanto accaduto in Inghilterra potrà avere delle conseguenze nel breve periodo. Un duello che sarà condizionato anche dalla capacità delle monoposto dei due protagonisti di adattarsi alle piste che verranno. Ancora Rosberg: “Ungheria? Prima dell’Austria era la Mercedes ad avere il pacchetto più forte. Dalla Stiria in poi è stata improvvisamente la Red Bull ad avere una macchina molto migliore. Ora la W12 potrebbe tornare, chi lo sa. Hungaroring è un tracciato molto diverso, è più simile a Montecarlo per caratteristiche. Quindi, probabilmente, dovremmo considerare la RB16B la vettura favorita. Ma è altresì la pista di Lewis, una delle sue preferite in assoluto. A Budapest Hamilton è incredibilmente veloce. Quindi sono veramente curioso di vedere chi la spunterà”.

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Max Verstappen, Gp Gran Bretagna 2021

La vera curiosità, a ben vedere, è se già domenica i due rivali incroceranno i volanti. Hamilton è persuaso a continuare sulla linea dura, Verstappen vorrà “vendicarsi” per l’affronto inglese. Il rischio escalation è concreto. E nel frattempo, notizia di poco fa, Red Bull ha ufficialmente chiesto il ricorso sulla decisione che i commissari hanno preso la settimana scorsa.

Una mossa che sa di pressione politica sull’organo giudicante. I margini di manovra sembrano molto ristretti per Milton Keynes. A meno che non abbia trovato prove schiaccianti che incastrano Hamilton ad ulteriori responsabilità. Uno scenario poco credibile. E che aprirebbe alla totale relativizzazione dei risultati dei singoli GP che potrebbero essere messi in discussione da ondate di ricorsi. Un sub iudice imperituro che farebbe perdere credibilità all’intera F1.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: Mercedes, Red Bull, F1

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