sabato, Aprile 20, 2024

F1 2022: Ferrari “studia” per sbloccare il potenziale. Mercedes esce allo scoperto…

Il quarto round del mondiale di F1 in Florida, nel nuovo circuito di Miami, è stata una grande sfida per tutti i team. Questo perchè l’assenza di qualsiasi tipo di riferimento relativo a precedenti edizioni si è aggiunto al processo di conoscenza delle nuove wing car ancora in progress. In tale scenario il lavoro al simulatore svolto dalle scuderie nelle proprie factory è stato più complesso del solito, in relazione alla presenza di alcuni parametri che potevano essere solo definiti per approssimazione come ad esempio l’abrasività dell’asfalto e il degrado dei compound fornito dalla Pirelli.

Per l’analisi del degrado gomma il costruttore italiano si è avvalso della partnership con la start up napoletana, MegaRide, che ha messo in atto varie simulazioni basate su modelli predittivi al fine di determinare l’energia termica sviluppata sui pneumatici delle monoposto. La temperatura delle mescole di F1 tendono ad aumentare non solo in frenata, in accelerazione o in curva, ma bensì anche a causa della deformazione per la natura viscoelastica delle “calzature” stesse.

La valenza predittiva di molti parametri di input ha reso ancora più complessa l’attività al simulatore delle squadre mirata, come sempre, alla definizione relativa alla configurazione aerodinamica ideale nel delicato compromesso tra carico aerodinamico e resistenza.

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La Ferrari F1-75 è una monoposto che garantisce il livello di spinta verticale superiore rispetto a tutte le altre monoposto dello schieramento. Filosofia particolarmente premiante su piste “green”. Infatti, nella quasi totalità delle free practice, con pista poco gommata, la vettura di Maranello è sempre riuscita ad essere immediatamente performante. Tuttavia, la track evolution e l’impossibilità di modificare il set-up in regime di parc fermé, hanno minimizzano l’iniziale vantaggio della monoposto modenese.

Ecco perchè, secondo le informazioni raccolte da FUnoAnalisiTecnica durante gli ultimi giorni, è stato sviluppato un grosso lavoro simulativo relativo al set-up di ridurre il più possibile tale scenario. La volontà del Cavallino Rampante è chiara: poter estrapolare la totalità del potenziale dalle vetture in qualsivoglia situazione. Elemento che, purtroppo, esaminando i vari scenari vissuti durante le prime prove del campionato 2022, non sempre è stato possibile inibendo parte del potenziale a disposizione.

Anche nei primi giri del Gran Premio di Miami, Charles Leclerc è riuscito a creare un piccolo vantaggio affinché Verstappen non potesse attivare il DRS. Ciò nonostante, il crescente grip offerto dall’asfalto sempre più gommato ha progressivamente ridotto il beneficio derivante dall’enorme carico verticale.

Inoltre, il rapido degrado del compound Medium, non ha consentito agli uomini del muretto Ferrari la pianificazione di un undercut dato che, già al nono passaggio, il campione del mondo incarica era riuscito ad avere la meglio sul pilota monegasco sfruttando l’elevata velocità di punta della RB18. E’ possibile valutare la progressione di ogni team in relazione al fine settimana americano, considerando il giro più veloce in ogni turno di prove libere e nei tre segmenti delle qualifiche. 

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Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) precede Charles Leclerc (Scuderia Ferrari F1)

I dati, ovviamente, devono essere presi con le pinze. Soprattutto quelli dei primi turni di libere, dove il quantitativo di carburante può alterare significativamente il valore della prestazione. Per di più, i pneumatici Pirelli da 18 pollici sono stati progettati per offrire quello che viene chiamato “recupero dell’aderenza”.

Ovvero il ripristino dei valori ottimali di grip dopo uno o più giri di cool down, al punto che molti piloti riescono ad effettuare la propria migliore prestazione nelle prove libere con pneumatici che hanno all’attivo parecchi giri. Caratteristica completamente diversa rispetto ai compound da 13 pollici della casa milanese.

Dall’analisi si evince il continuo testa a testa tra Ferrari e Red Bull, con Mercedes che sembrava in grado di mettere in discussione la leadership quando, nei primi due turni di prove libere, si aggirava nelle posizioni di vertice. Le buone prestazioni espresse in pista dalla W13 versione “B”, anche se ottenute nelle sessioni in cui è più complesso comprendere il reale valore del riscontro cronometrico, sono state supportate da un comportamento delle frecce d’argento finalmente esente dal bouncing.

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Progressione dei migliori rilievi cronometrici di tutti i team durante le free practice e la qualifica.

In tal senso, le dichiarazioni di Toto Wolff a valle delle Fp2 di Miami erano cariche di ottimismo:

“Forse questa giornata di prove ci ha dato un’idea di come potrebbe essere il quadro se il porpoising non ci fosse. Siamo sempre più bassi con la macchina. Alla fine, le vetture hanno sofferto di nuovo il porpoising perché abbiamo preteso troppo. Ma qui possiamo guidare con un’altezza del veicolo da terra che ci garantisce tempi sul giro buoni“.

In effetti, durante tutto il week-end, il fenomeno del pompaggio è stato davvero limitato su tutte le monoposto dello schieramento, nonostante i lunghi rettilinei del tracciato di Miami si prestassero perfettamente alla comparsa dell’ospite indesiderato delle wing car. Per certi versi l’assenza del saltellamento nelle prime fasi del fine settimana non è stata una buona notizia in casa Mercedes, in quanto le prestazioni offerte in qualifica e gara continuano a essere molto distanti dal duo Ferrari / Red Bull.

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Lewis Hamilton e George Russell (Mercedes AMG F1 Team) in azione durante il Gran Premio di Miami edizione 2022

La mitigazione del nocivo fenomeno non ha liberato il tanto atteso potenziale inespresso più volte evocato dallo stesso manager austriaco. In tale senso, la prossima tappa del mondiale 2022 che sta per bussare alle porte, in Spagna sul circuito di Barcellona, vero e proprio giardino di casa del team tedesco, vincitore delle ultime sei edizioni del Gran Premio catalano, ci darà delle risposte senza dubbio più probanti al riguardo.

A breve scopriremo se nel tanto caro tracciato spagnolo il team di Brackely riuscirà a confermare i primi timidi segnali di ripresa, in parte espressi nel caldo venerdì a stelle e strisce. O se, al contrario, continuerà a dimostrare una certa sofferenza soprattutto in gara, terreno dove al momento le frecce d’argento sono lontane “anni luce” dalle prime della classe. Dalle fonti in nostro possesso, infatti, per Mercedes il porpoising non è più considerato il solo problema prestazionale…


Autore e grafici: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1 Mercedes AMG F1 Team

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