martedì, Maggio 21, 2024

Ferrari: il peso politico del silenzio

F1 e peso politico, un connubio imprescindibile che dura da quando lo sport è nato. Ferrari lo sa benissimo, era lì. Il team di Maranello, infatti, rimane l’unico team ad avere il prezioso diritto di veto ma ciononostante continua a subire in silenzio le varie decisioni – giuste o meno – prese dalla FIA a loro sfavore senza aprire bocca. Un silenzio che pesa di più del loro indiscutibile potere politico.

F1. Diritto di veto: valore politico dagli albori della F1

Ad oggi, Ferrari rimane l’unico team ad essere in possesso del diritto di veto. Il team del Cavallino Rampante, infatti, è in possessp di questo grosso potere politico dagli albori della F1. Fu Bernie Ecclestone ad accordarlo ad Enzo Ferrari in persona agli inizi degli Anni Ottanta, con il fine di cercare di porre un bilancio equo fra le forze in campo.

In quel momento storico, infatti, il team italiano era nettamente sfavorito sul piatto della bilancia della Formula Uno, in quanto la maggior parte delle scuderie era della Gran Bretagna e quindi poteva avere un potere decisionale nettamente superiore a quello dell’unico rappresentante italiano che era fortissimo in pista ma sfavorito fuori e quindi si poteva ritrovare a subire regolamenti e decisioni che mettessero Ferrari nell’angolo.

Tuttora quel diritto di veto rimane intoccabile, tanto che il Patto della Concordia ha sancito la sua permanenza appannaggio del Cavallino Rampante almeno sino al 2025. Mercedes e Red Bull non sono rimasti tranquilli. Hanno sempre detto, molto chiaramente, che la Ferrari non era un team a parte, sottolineando come non fosse giusto che gli italiani rimanessero gli unici a beneficiare di questo grandissimo potere politico nelle proprie mani. Nulla hanno potuto, però, contro il valore storico di Ferrari. A differenza di tutti gli altri team, infatti, Maranello non considera la F1 solo come uno dei rami della gestione sportiva. Per gli italiani, rimanere nel Circus è un dovere, oltre che un onore e non hanno nessuna intenzione di lasciarlo, a prescindere dai vantaggi o svantaggi economici.

Tuttavia, il diritto di veto, a quasi quarant’anni dalla sua concessione, non è mai stato usato dalla Rossa. Le occasioni non sono mancate ma Ferrari si è sempre limitata a minacciare di usarlo senza, però, passare mai ai fatti. Nemmeno quando Mercedes e Red Bull si sono fatte sentire a gran voce.

F1
Charles Leclerc precede Carlos Sainz nelle fasi iniziali del GP di Monaco 2022

F1. Mercedes e Red Bull: tra i due litiganti, il terzo soccombe

Il silenzio politico di Ferrari fa più rumore del chiasso mediatico che Red Bull e Mercedes portano avanti da sempre. Quando mai abbiamo visto uno di questi due team sentirsi svantaggiato e non prendere parola? Basti pensare ad Abu Dhabi: Mercedes non ha esitato mezzo secondo a definire ingiusta la decisione di Masi e ha fatto tante dimostrazioni in merito, non solo a parole. Ci riferiamo a quando nessuno di loro – monoposto inclusa – si è presentato alla Cerimonia di Premiazione del mondiale e al rumore successivo che ha poi portato alle dimissioni dello stesso Masi.

E Red Bull, sicuramente, non è da meno, in termini di “polemiche”. Un termine da virgolettare, in quanto è giusto farsi sentire. Ferrari, invece, tace. Ha potere politico in F1 da sempre ma non lo usa. Sta zitta e buona, permettendosi al massimo di ricordare timidamente che la linea gialla non si può sorpassare, e quando viene ignorata, perdendo una vittoria, piega la testa e acconsente. Per molto meno, Red Bull e Mercedes avrebbero fatto una serie di reclami a gran voce.

A Monaco erano presenti anche i vertici Ferrari John Elkann e Piero Ferrari ma si sono goduti la gara senza profferir parola. Solo un mite Binotto ha osato dire che non era giusto che sia Verstappen che Perez fossero passati sulla linea gialla senza che nessuno li penalizzasse. Hanno fatto ricorso e quando l’hanno perso, Binotto ha solo sospirato un “Noi l’abbiamo fatto solo perché volevamo chiarezza”. Quasi fosse una giustificazione.

Parlando ancora del potere politico, appare importante sottolineare anche la strana dipartita di Peter Bayer dalla FIA. Che sia per gli strascichi di Abu Dhabi che ben conosciamo o per l’arbitraggio sospetto di Monaco a favore di Red Bull, il professionista sarà sostituito ad interim da Shaila-Ann Rao. Un personaggio famosissimo per il suo ruolo in Mercedes. Rao, infatti, è stata in FIA dal 2016 al 2018 prima di prendere le redini di Mercedes, prima come Consulente Generale e poi direttamente come Consigliere Speciale di Wolff in persona. Fra i favoritismi in Red Bull e le potenze politiche usate perfettamente da Mercedes, Ferrari continua a tacere.

F1
Scuderia Ferrari

Il silenzio Ferrari: dovuto al patto segreto?

Verrebbe da pensare che questa remissività da parte del Cavallino Rampante possa essere ancora un’eco del patto segreto formatosi fra FIA e Ferrari riguardo una presunta irregolarità del motore. Le parti coinvolte non hanno mai lasciato trapelare niente al riguardo. Potrebbe essere questa, quindi, una motivazione che si può celare dietro alla mancanza di presa di posizione da parte della Rossa.

D’altra parte, però, non prendere posizione significa lasciarsi scavalcare, specialmente in un mondo di squali come quello della F1, in cui il peso politico serve tanto quanto la qualità del lavoro in pista. Come si suol dire, chi tace acconsente e di conseguenza lascia che si creino precedenti. Se Red Bull a Monaco ha passato indenne il suo non rispettare la linea gialla, perché le altre scuderie non potrebbero provarci a Baku?

E se lo facesse anche Ferrari, perché sarebbe o meno punita? Se venisse punita si aprirebbe un’ingiustizia e quindi non dovrebbe mai subire in silenzio ma se non venisse punita allora non avrebbe senso lasciare la regola del non passare la linea gialla, in quanto viene meno la sua validità in termini di credibilità.

In conclusione, Ferrari per vincere il mondiale, oltre a lavorare sulla macchina e sui piloti, dovrebbe anche farsi sentire come Mercedes e Red Bull. “Silence is golden” ma è d’oro anche sapere quando parlare.

F1
Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

F1-Autore: Silvia Giorgi : silvia_giorgi5

Fonte Immagini: F1.com

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2 Commenti

  1. La mia personale opinione dell’aspetto più importante su cui fare chiarezza è che non ci possono essere 2 pesi e 2 misure!! Se c’è una regolamento scritto, visualizzato ed approvato da tutte le parti ( FIA e Team) l’applicazione di qualsiasi norma dev’essere ESCLUSIVAMENTE quella, non ci possono essere 2 giudizi discordanti! Non si può dare la facoltà al Direttore di gara di stravolgere a sua discrezione una norma stabilita dal regolamento, ma la stessa, va solo applicata, punto!! E’ in questo contesto che si gioca la credibilità di tutta la F.1; sul rispetto delle regole, altrimenti i campionati RISCHIERANNO di essere perennemente falsati! Non devo essere io a ricordare i recenti esempi che hanno portato ad assegnare l’ultimo titolo mondiale piloti senza tenere conto dell’applicazione delle normative regolamentari ma con una interpretazione folle e fuori luogo del direttore di gara! Pertanto è bene che la protesta della Ferrari, non diventi un caso isolato ma serva per stabilire da ora in poi una linea guida affinché non ci siano più divergenze sulle interpretazioni regolamentari. Incrociamo le dita e speriamo bene….

  2. Se abbiamo personaggi come John Elkann come Presidente del Team più importante di F1, allora si capisce come il peso politico di Maranello abbia un riscontro quasi nullo!! Non so cosa ci sia dietro a questo modo di non essere per nulla ascoltati ma sembra quasi che se ne strafregano se vengono presi a pesci in faccia dai commissaria FIA preposti a far rispettare le regole! Questa passività di abbassare sempre le orecchie e subire le ingiustizie, secondo me non è figlia dell’accordo segreto; lì la pena è stata abbondantemente scontata con i 2 anni di purgatorio! Ma adesso sinceramente non me lo spiego perché quelli della Redbull riescono sempre a farla franca non venendo mai investigati o sanzionati pur in palese violazione regolamentare e alla Ferrari per cose per nulla eclatanti arrivano subito reprimende e multe! A Maranello se non si danno una svegliata pretendendo il rispetto di un regolamento preciso e sempre uguale, senza stravolgimenti o interpretazioni da un GP all’altro, allora è il caso di passare alle maniere forti e battere il pugno duro e non è difficile fare questo! Basta che la Ferrari minacci di abbandonare la F.1 per altri campionati, e poi vedremo se FIA e LIBERTY MEDIA continueranno a stare TRANQUILLI! IL giocattolo senza la Ferrari si sfalderebbe e perderebbe notevole interesse! Per il bene di tutti la Ferrari a livello politico và rispettata e tenuta in considerazione! D’altronde a Maranello non hanno mai fatto guerre a nessuno, solamente esigono che il regolamento sia applicato in maniera uguale per tutti! Questa a è l’arma più grande che ha la Ferrari per ritornare ad essere il team di riferimento anche come peso politico; viceversa saremo sempre sotto schiaffo del potere ANGLO/TEUTONICO….

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