giovedì, Maggio 16, 2024

Ferrari: la passione sopporta le amarezze che l’ambizione non giustificherebbe in alcun modo

Essere Ferrari è tremendamente complicato. Oggigiorno l’enorme eredita lasciata da Enzo non basta per essere degni. Un uomo, il Drake, che prima ha sognato e poi dato vita a un mito incontrastato che resterà per sempre nella storia. E’ l’uomo più incredibile che io abbia mai visto e di gente ne ho conosciuta davvero tanta. E’ una leggenda. E’ come Wintson Churchill. Si parlerà sempre di lui”, sosteneva tempo fa un certo Bernie Ecclestone. In effetti così è stato e sempre lo sarà. Ma il presente è ben lontano da tutto questo.

Sebbene il Cavallino Rampante continui a fregiare le rosse la dignità nel portare questo simbolo non fa più presenza oramai. Il momento di difficoltà dura da tempo memore. Troppo considerando i mezzi a disposizione. Si sta lavorando all’unisono per cambiare le cose, ma il percorso verso la luce pare ancora buio. A inizio stagione le aspettative erano molte. Purtroppo però, sin dai pre season test gli uomini in rosso avevano capito che nulla sarebbe stato come si desiderava. La triste conferma arrivò al termine della prima gara, dove gli aneliti tanto bramati lasciarono spazio alla mera realtà: Ferrari, anche nel 2023, non avrebbe vinto nulla.

Gestire una situazione del genere comporta diversi sacrifici. Il rischio di cadere nel vuoto è grande. Per fortuna la ventata d’aria fresca francese ha lenito le pene. Un Vasseur deputato a ricucire uno strappo dalle dimensioni importanti. Non solo a livello prestazionale. Mantenere saldo un gruppo in tale contesto resta la sfida più grande da affrontare. Conti alla mano, considerando il fallimento del progetto 675, questo obiettivo pare gradatamente consolidarsi.


Ferrari sa esattamente cosa vuole e lavora duro per ottenerlo

Identificare le aree più doverose di attenzione… primo obiettivo stagionale. Tanti gli sforzi per “capire” una SF-23 spesso scorbutica, stramba nella sua marcia, capricciosa al punto tale da offrire la possibilità di partire in prima fila al sabato per poi perdersi nei meandri del gruppo la domenica. Lo step evolutivo realizzato nell’arco dei Gran Premi non basta. D’altra parte i competitor non stanno certo a guardare. Per questo, chiudere il delta prestazionale con chi durante l’inverno ha fatto meglio di te, rimane un target bramato ma non ancora raggiunto. Troppo forte la RB19. Senza contare il gruppo agguerrito di inseguitori: Mercedes, Aston Martin e McLaren. Scuderie in questo momento più preparate al risultato.

Leclerc ha recentemente dichiarato che Ferrari arriverà seconda nel campionato. O per lo meno questa è l’intenzione perseguita dal team, con ansia e frenesia assoluta. Una finalità utile per avvicinarsi ai campioni del mondo in carica per poi, nel 2024, guanto di sfida in mano e paura messa da parte, gettare la maschera con tanta voglia di stupire tutti. Questo nonostante la squadra non sarà ancora completa. Quasi sicuramente battere Red Bull non sarà possibile, ma almeno “competere nel medesimo campionato” perché no.

Ferrari
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) in azione con la sua SF-23 – stagione 2023

Per riuscirci sono diverse le insidie da affrontare. Sul piano tecnico si tratta di proseguire la strada impervia relativa agli aggiornamenti. La nostra redazione ha anticipato il lavoro in atto per i prossimi mesi: fondo, pance e ala posteriore per correggere una struttura vorticosa stravagante, imprevedibile, a volte lunatica. Il decennio che ha preceduto l’era wing car ha offerto in linea di massima la medesima filosofia. Mentre dallo scorso anno le cose sono cambiate. Ragion per cui margini di sviluppo e miglioramento sono parecchi.

AL riguardo Ferrari sta profondendo parecchi sforzi, cercando di capire e mettere in pratica una differente impostazione concernete l’handling che a conti fatti, almeno in Belgio, pare aver portato i propri frutti. In tal senso si attendono conferme. Le monoposto a effetto suolo sono molto più sensibili alle modifiche e anche i minimi dettagli possono fare la differenza. Soprattutto se, come nel caso della SF-23, la finestra di messa a punto risulta alquanto ridotta se paragonata ai più. Da qui le famose “oscillazioni prestazionali imprevedibili”.

Mentre per quanto riguarda la direzione della scuderia, in attesa di rimpolpare il gruppo di lavoro, la gestione sportiva sta mettendo a punto una nuova metodologia produttiva. Un taglio netto con il passato di per se necessario. Un management rivisto in tutte le sue forme, strettamente correlato alle nuove assunzioni di personale presenti e future che, nel mentre, prova a realizzare qualcosa di buono con i mezzi a disposizione. Per il resto, ricollegandoci all’incipit dello scritto, una frase, uno dei tanti lasciti di Enzo, casca a pennello: la passione permette di sopportare amarezze e rinunce che l’ambizione non giustificherebbe in alcun modo.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz 

Immagini: Scuderia Ferrari

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