venerdì, Maggio 24, 2024

Peso, eccessiva rigidità, scarsa maneggevolezza: la F1 boccia se stessa

La F1 piace ai piloti? Prima di provare a rispondere al quesito è necessario contestualizzare. Per Formula 1 non s’intende il Circus nel suo insieme, bensì il ferro del mestiere del professionista. In sintesi: le vetture attuali, le rivoluzionari “next gen” che promettevano duelli serrati, sorpassi mozzafiato e che non dovevano risentire dell’aria sporca, aggradano i driver?

Un riscontro univoco non ci sarà mai. C’è chi se ne lamenta di queste F1 2.0, chi tutto sommato se le fa piacere e chi non si esprime adattandosi ad ogni cosa che faccia rumore, abbia quattro ruote e corra veloce. I racer di vecchia scuola, tutto sommato, esistono ancora… 

Ma c’è una tendenza leggibile che viene fuori di tanto in tanto e che accomuna i protagonisti della serie iridata: questa generazione di monoposto non si lascia ammaestrare per bene e risulta meno gradevole di quella precedente che a sua volta era meno appagante di quella che operava prima ancora. Nostalgia del passato? Forse, ma sarebbe riduttivo derubricare tutto a mera malinconia. 

F1
Fernando Alonso (Aston Martin AMR23) in azione durante il GP d’Italia 2023

F1: vetture troppo pesanti per essere entusiasmanti

Max Verstappen, il pilota più rappresentativo di questa epoca sportiva, si è spesso lamentato del peso delle vetture. Il talento di Hasselt ritiene che la massa delle macchine aumenterà e la cosa potrebbe avere effetti negativi su una dinamica del mezzo che già oggi non soddisfa appieno. “Il peso crescerà. I numeri e i dati già disponibili non promettono nulla di buono. Non sono molto entusiasta di questa situazione. Dal mio punto di vista tutti questi elementi andrebbero presi seriamente in considerazione perché il 2026 non è così lontano”. 

Così si era espresso qualche mese fa l’olandese che sul tema sta conducendo una vera e propria lotta per riportare il tutto su quote più consone ai veicoli della massima serie. Ai piani alti della F1 l’eco delle rimostranze si avverte, tanto che Stefano Domenicali, chiacchierando nelle auto 2026, ha alluso alla necessità di implementare norme che consentano di produrre mezzi più leggeri e che abbiano lo scopo di favorire la maneggevolezza generale. Idee al vaglio ma che non hanno ancora i crismi della concretezza. E il tempo stringe.

I commenti del quasi tri-iridato non sono sporadici e, in questi due anni, hanno trovato sponda in altre esternazioni votate alla preoccupazione. Scartando negli archivi recenti di FormulaUnoAnalisiTecnica è spuntata una dichiarazione di Lando Norris resa all’alba di questo mondiale. Valutazioni ancora attuali che vanno in sintonia con quelle rese da altri esponenti della F1:

Le vetture di nuova generazione sono una sfida diversa. Non direi che siano piacevoli come le macchine degli anni precedenti, si può giocare molto meno con i cordoli e le traiettorie. Anche per quanto riguarda la messa a punto, si è un po’ più limitati. Devo dire che odio guidarle“.

Giudizio lapidario quello espresso dal 23enne che argomenta così le sue ragioni: “Negli anni precedenti c’era sempre molto di più da regolare e da provare e si finiva sempre per avere fine settimana diversi con soluzioni differenti. Nel 2022 non è stato così, si gioca meno con la messa a punto della vettura“.

Dinamica non destinata a migliorare, secondo Norris, che aveva espresso remore anche riguardo al futuro: “La situazione non potrà che peggiorare, perché più downforce hai sulla macchina e peggio è. Mi aspetto che più le auto cambiano e migliorano, più carico si ha e più difficile sarà seguire chi ti precede in pista. Penso che sia così che andrà, a meno che la FIA introduca ulteriori modifiche“. Una profezia che si è puntualmente avverata poiché le monoposto 2023 cominciano ad essere sempre meno inclini al duello ravvicinato ritornando a produrre quei difetti di cui FIA e Liberty Media intendevano liberarsi con le auto di nuova generazione. 

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George Russell (Mercedes AMG F1) infila alla Source Lando Norris (McLaren) – GP Belgio 2023

Le statistiche raccontano che nel 2022 i sorpassi, rispetto all’anno precedente, erano cresciuti di circa il 30%. Questo trend si è bloccato di colpo nel campionato in corso ritornando allo stato che vigeva due stagioni prima. Il tema dei sorpassi, quindi, sta diventando nuovamente caldo. Anche in questo caso ci facciamo aiutare dalle riflessioni di un top driver come Carlos Sainz

Queste macchine stanno cominciando a peggiorare in gara – ha sottolineato il ferrarista – Il beneficio che abbiamo avvertito il primo anno nelle possibilità di sorpasso sta già svanendo. Stiamo tornando al 2020 o al 2021. Nel 2022 abbiamo fatto un passo avanti positivo per la Formula 1, rendendola più bella in quanto a sorpassi e a vicinanza negli inseguimenti. Quest’anno però sta già peggiorando e continuerà così nel 2024 e nel 2025”. Altro preconizzatore di foschi presagi? No, semplicemente un registratore di fatti che il legislatore non ha saputo prevedere con regole incatenanti e generalmente inefficaci a fare ciò per cui erano state postulate.


F1: vetture troppo rigide anche a causa dei cerchi da 18”

Macchine pesanti, difficili da guidare, ingestibili fuori traiettoria, refrattarie a stare in aria sporca. Solo questo basterebbe per una bocciatura senza appello. Ma c’è dell’altro. I mezzi attuali sono scomodi da guidare poiché troppo rigidi negli assetti. I principi aerodinamici che li regolano esigono settaggi delle sospensioni molto estremi per controllare l’altezza da terra evitando che i canali Venturi non vengano alimentati in maniera efficace. 

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Ferrari SF-23, GP Italia 2023

E’ sempre Sainz a dolersene: “Queste auto sono molto dure per chi guida. La loro elevata rigidezza non è l’ideale per la nostra schiena e le nostre spalle. Queste Formula 1 trovano prestazioni quanto più rigidi si riesce a girare. In tanti negli ultimi anni hanno cominciato ad avere problemi alla schiena”. Opinione non da tutti i colleghi condivisa ma che di certo non è del tutto negabile. Ricorderete i problemi avuti dai piloti Mercedes l’anno scorso a causa del pompaggio aerodinamico che, pur essendo stato limitato, è endemico a questi modelli di auto. E lo ha ribadito Norris che ha altrettanto lamentato fastidi lombari.

La rigidità, con tutto lo scarso comfort di guida che ne consegue, è determinata anche dalle nuove gomme. I cerchi da 18 pollici impongono spalle più basse ed una maggiore rigidità strutturale. Cose che hanno radicalmente mutato l’handling delle monoposto. I correttivi introdotti quest’anno sono serviti a modificare la tendenza al sottosterzo, ma di certo non hanno reso gli pneumatici più “elastici”.

I fatti, per ritornare al quesito iniziale, dicono che, nel complesso, non c’è molta soddisfazione circa il comportamento di queste vetture. Ma la cosa che preoccupa di più è il timore che in futuro si possa addirittura peggiorare. Le novità allo studio in F1 Commission in chiave 2026 riguarderanno la sfera aerodinamica. E’ previsto l’aumento della quota attiva della stessa. Le vetture saranno parametrate su una resistenza aerodinamica inferiore.

Fenomeno che potrebbe generare una generazione di monoposto incapaci di sopravanzarsi in rettilineo a causa di strumenti attivi che non risulteranno controllabili dal pilota, bensì gestiti dall’elettronica. Questo – aveva sostenuto Verstappen qualche tempo fa – rischia di rendere la guida molto scomoda perché sarebbe esclusa dal diretto controllo del conducente. 


F1. I piloti sono spaventati dal futuro tecnico

Ma quelle aerodinamiche e meccaniche non sono le uniche preoccupazioni dei protagonisti del motorsport. Le norme relative ai propulsori 2026 rischiano di snaturare ulteriormente il driving. I nuovi propulsori faranno a meno dell’MGU-H e vedranno la crescita dell’importanza dell’MGU-K. La quota potenza prodotta sarà divisa equamente tra parte elettrica ed endotermica. Un 50-50 che potrebbe portare, in certe circostanze, a trasformare l’ICE in un organo di supporto del motogeneratore elettrico. 

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la power unit Red Bull che equipaggia le due RB19 durante la stagione 2023

Se vai a tavoletta sul rettilineo di Monza devi scalare le marce perché così si può andare più veloce. Mi sembra che si vada verso un’altra formula motore: chi avrà la power unit migliore avrà un gran vantaggio e questo porterà ad un’escalation dei costi alla ricerca di qualche cavallo in più”. Queste le rimostranze manifestate dal recordman della Red Bull che non ha fatto mistero che potrebbe considerare un addio prima della scadenza naturale del contratto fissata alla fine del 2028.

I governanti della F1 dovrebbero tener conto di quelli che sono più di semplici mal di pancia. La ristrutturazione regolamentare del 2026 è un’opportunità da spendere al meglio. Bisogna evitare di generare l’ennesima rivoluzione monca vagliando ogni singolo aspetto e tenendo conto del parere di chi si cala fisicamente nell’abitacolo. Cosa, questa, che troppo spesso è mancata in un processo decisionale sordo, autoreferenziale e supponente. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. I decisori si aprano al confronto serio e scendano dalle loro torri d’avorio. Ne va del bene della categoria. 


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG, Aston Martin

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